LA MODERNA VITICOLTURA
La vite che
è stata coltivata con grande soddisfazione in tutta l'Europa,
sino alla meta del 1800, è la vitis vinifera. Fu in quel
periodo che, "sbarcò" nel vecchio continente,
proveniente dall'america del nord, un insetto della famiglia
degli Afidi: la Philloxera vastratix. I primi ad accorgersi
delle devastazioni che l'insetto era in grado di provocare
alla vite europea furono i francesi intorno al 1860. In
Italia la fillossera giunse 20 anni dopo, e anche quì
si propagò rapidamente. Gli sforzi profusi nella lotta
di questo insetto furono per lunghi anni vani e, ad un
certo punto, si pensò che la fillossera, che attacca le
radici della vite europea e le fa marcire, avrebbe finito
con il portare all'estinzione della vite autoctona.
La
soluzione al problema, fu trovata con uno stratagemma
che è probabilmente anche il primo esempio di lotta
biologica della storia dell'umanità: innestare sulle
radici delle viti americane, resistenti all'insetto,
le vite europea che possiede una costituzione delle
foglie non gradita alla fillossera. E' in questo
modo che le varietà europee di grande qualità organolettica
sono riuscite a resistere e a giungere sino a noi
cariche dei loro meravigliosi frutti. |
L'arrivo in Europa di viti americane, da utilizzare come porta innesti,
ha naturalmente portato anche all'impianto di ibridi in
grado di produrre direttamente uva: si tratta del Clinton
e di Isabella (uva fragola). La legge italiana, un po' per
protezionismo e un po' perché si tratta di uve poco interessanti
dal punto di vista agronomico, ne ha vietato già dal 1931
l'impianto. Esistono però parecchi estimatori dei piacevoli
vinelli di pronta beva che da queste uve si ottengono, e,
soprattutto in realtà locali, in Italia si trovano ancora
coloro che le coltivano e ne vinificano le uve, a dispetto
dei divieti.
-menu-
|