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LA STORIA DEL VINO

BERE VINO E' UN PIACERE

 

Agisce così nel cervello Con la risonanza, esaminati sette sommelier.

Da oggi è scientificamente provato: più lo conosci, più lo apprezzi e più ne godi...

 

Da oggi è scientificamente provato: più lo conosci, più lo apprezzi e più ne godi. Stiamo parlando del vino, fonte unica di piacere ed emozioni ma anche dispensatore di castighi quando se ne abusa. Bere poco dunque per bere bene, cercando di coniugare la quantità alla qualità ben sapendo che la qualità, nel caso del vino, è un invito al gusto. Gustare il vino è infatti un’arte, che va sviluppata nel tempo, con un approfondimento costante, perché ciò può condurre ad innalzare la soglia del piacere. A questa conclusione è giunta una ricerca scientifica eseguita da Alessandro Scanderbeg, Gisela Hagberg e altri esperti del Laboratorio di neuroimmagini funzionali dell’IRCCS Fondazione Santa Lucia di Roma.
Il team di studiosi, attraverso la risonanza magnetica funzionale, ha guardato "dentro" il cervello di un gruppo di persone ed ha "fotografato" quali aree cerebrali si attivano durante la degustazione di un buon vino. «Abbiamo esaminato», spiega Gisela Hagberg, «sette sommelier, dunque persone esperte della materia, e sette "normobevitori", ossia assaggiatori comuni, durante la somministrazione di tre vini, alternati ad una soluzione di acqua e glucosio. Al termine dell’esperimento abbiamo riscontrato che, durante la degustazione del vino, alcune aree cerebrali coinvolte nell’elaborazione degli stimoli sensoriali (in particolare corteccia insulare e orbitofrontale), si attivavano in entrambi i gruppi. Lo studio ha messo tuttavia in evidenza alcune importanti differenze fra i "non esperti" e i sommelier. In particolare solo in quest’ultimi è stata osservata una consistente attivazione del complesso ippocampoamigdala e della corteccia prefontale di sinistra. Il complesso ippocampoamigdala, gioca un ruolo chiave sia nei processi di memoria che in quelli emozionali in genere. Tale regione rappresenta inoltre un’area di convergenza di diversi stimoli sensoriali, e dunque per questo potenzialmente implicata nella costruzione del "flavour", ossia dell’esperienza gustativa complessa. La precoce attivazione di quest’area nei sommelier suggerisce una maggiore motivazione e predisposizione al compito dei soggetti esperti. La corteccia prefontale invece è una zona implicata nella pianificazione e nell’utilizzo di strategie cognitive. E’ noto che l’emisfero cerebrale sinistro è coinvolto in compiti linguistici e, più in generale, in compiti che richiedano un’elaborazione analitica dello stimolo».
Il «sapere del sapore», dunque, aumenterebbe il piacere del gusto e affinerebbe i nostri sensi. E infatti «Sensi diVini» — Il segreto del cervello nella degustazione del vino — è anche il titolo del libro (Editore Enoteca Italiana), presentato di recente a Siena, che contiene studi, ricerche e curiosità riguardanti la percezione neurologica del vino.

 

Sapevate che…

- Il meccanismo della percezione, coinvolge nell'uomo circa 9 mila recettori sensoriali, posti sulla lingua, raggruppati nelle papille gustative. Questi recettori sensoriali, scientificamente si tratta di chemio-recettori (cellule della pelle modificate, sensibili ad alcune molecole chimiche presenti negli alimenti) capaci di trasformare un informazione esterna di energia elettrochimica da inviare al cervello. Perché questo avvenga è necessario però di un mezzo liquido che permette di sciogliere le molecole responsabili del sapore dei cibi e delle bevande, in modo da essere trasmesse ai piccoli organi della lingua; si tratta della saliva che funziona da veicolo trasportatore delle informazioni chimiche.
- La prima organizzazione di assaggiatori fu costituita nel 1312 a Parigi dal re Filippo il bello, il quale fondò l'organizzazione dei "sensai buongustai". Gli haustores, (importanti governatori delle cantine e dei convivi della Roma antica) erano veri antesignani degli assaggiatori.

- Lucrezio aveva una sua filosofia verso gli odori dei vini. Egli diceva che erano dovuti agli atomi che penetravano nel naso. Quelli buoni erano dovuti ad atomi rotondi, quelli cattivi erano dovuti ad atomi spigolosi.
- "Degustatore": la parola entrò a far parte del vocabolario nel 1793 grazie ai lessicografi che attribuivano la seguente definizione: "colui il cui mestiere è di degustare i vini



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